Prodotto aggiunto al carrello
- Home
- Magazine
- novità
- progetto sociale
- Lavoro in carcere: rieducare i detenuti attraverso la pasticceria
Lavoro in carcere: rieducare i detenuti attraverso la pasticceria
10 Febbraio, 2023
Lavoro in carcere: rieducare i detenuti attraverso la pasticceria
IL VALORE DEL LAVORO IN CARCERE PER I DETENUTI
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ci ha fatto visita nel nostro laboratorio di pasticceria all'interno del Carcere di Padova. Ai microfoni dei giornalisti il sottosegretario si è detto soddisfatto dell'incontro e ha definito il carcere Due Palazzi "una struttura da cui prendere esempio" (video intervista). Questo fatto ci permette di tornare su un tema che ci sta davvero a cuore: quello dei benefici reali e concreti del lavoro in carcere. Non intendiamo forme di lavoro legate alla gestione quotidiana dell’istituto carcerario, sicuramente importanti ma non sufficienti. Il nostro progetto di pasticceria artigianale ha come obiettivo quello di formare persone detenute, insegnando loro un mestiere di valore, potenzialmente spendibile al rientro in società. Offre, in altre parole, "Un ponte tra il mondo fuori e dentro".
LA NOSTRA IDEA: LAVORO E RIEDUCAZIONE
La nostra idea di lavoro in carcere vuole dare concretezza al concetto costituzionale di rieducazione (vedi art.27 Costituzione Italiana). L'ordinamento ci ricorda infatti che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. E' da queste premesse che 18 anni fa nasce il progetto Pasticceria Giotto: una scommessa divenuta realtà, grazie ad un laboratorio di pasticceria professionale all'interno del carcere di Padova, dove ogni giorno vengono sfornati con impegno e costanza dolci artigianali, con il rigore imposto dal mondo dell'alta pasticceria. Come sottolineato dal Sottosegretario Ostellari durante l'intervista, questo progetto rappresenta un'ottima opportunità per chi intraprende un percorso di rieducazione. Fino ad oggi possiamo con orgoglio dichiarare di aver guidato più di 200 detenuti in un percorso formativo i cui benefici, oltre che per la persona stessa, ricadono sull'intera comunità. Perché? Per capire meglio il motivo di questa affermazione e definire in poche parole cosa rappresenta per un detenuto imparare e poter svolgere un lavoro in carcere, vogliamo di nuovo riprendere le parole di Ostellari
“Su questo bisogna investire. Credo che creare percorsi rieducativi dia una risposta reale in termini di sicurezza sociale, perché insegnare un lavoro a qualcuno, significa toglierlo dal circuito dell’illegalità e della criminalità”.
UNA FOTOGRAFIA DELLE CARCERI ITALIANE: ALCUNI DATI
Secondo i dati aggiornati del Ministero della Giustizia, le persone attualmente detenute sono 56.127. Parlando di lavoro in carcere, a parte i detenuti impiegati in varie attività per conto dell’amministrazione penitenziaria, sono solo una bassa percentuale quelli impegnati in un lavoro vero per cooperative e società esterne. Considerando questi dati, ci sembra opportuno continuare a riflettere su questi temi e lavorare per offrire soluzioni e misure concrete per ridurre i tassi di recidiva. Anche i dati e la ricerca condotta sul campo (Rehabilitation and Recidivism: Evidence from an Open Prison; G. Mastrobuoni, D. Terlizzese; 2014) rafforzano la nostra idea, poiché ci dicono che i detenuti coinvolti in percorsi lavorativi veri mostrano un tasso di recidiva di molto inferiore. Ci sembra quindi ormai scontato affermare che processi di riabilitazione e tassi di recidiva sono fattori strettamente connessi e che bisogna lavorare sull'uno se si vuole ridurre l'altro.
I NOSTRI VALORI E I NOSTRI OBIETTIVI
Le parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ci spronano ad andare avanti, con passione ed energia. Un individuo non può essere definito solo dal proprio errore. Ecco perché il lavoro durante la detenzione può essere lo strumento attraverso cui riscoprire risorse e valori fino a quel momento sconosciuti. Il lavoro in carcere è un ottimo strumento per conoscersi più a fondo, mettersi alla prova e crescere, in un clima di cooperazione e collaborazione, sotto la guida attenta di professionisti esperti. Perché ripartire dai dolci? Perché quella della pasticceria è una scienza rigorosa, che ha bisogno di precisione, studio e dedizione quotidiana. I fatti ci rivelano che sono tanti gli aspetti positivi del lavoro in carcere, per il detenuto e la società nel suo complesso. Su questi aspetti vogliamo concentrarci, per continuare a credere che solo con impegno e lavoro é possibile far nascere qualcosa di buono. Buono come i nostri dolci!